Il leader ucraino è intervenuto in seguito alla decisione dell’Unione europea di porre il price cap sul petrolio: provvedimento “poco serio”.
Secondo quanto appreso è stato raggiunto un price cap sul petrolio russo. Il prezzo è fissato a 60 dollari al barile. Nella fattispecie si tratta del 5% in meno al prezzo di mercato. Il provvedimento in questione entrerà in vigore a partire dal 5 dicembre. Il provvedimento vedrà la sua applicazione in tutte vendite del petrolio russo per paesi terzi, i paesi europei.
La polemica di Zelensky
In seguito alla decisione dell’Unione europea di stabilire un tetto al prezzo del petrolio, Zelensky è intervenuto definendo il price cap “poco serio”. Secondo il leader dell’Ucraina Volodymyr Zelensky il tetto di 60 dollari al barile decisio dall’Unione europea per il petrolio russo sarebbe un prezzo discutibile.
Secondo il leader di Kiev, la discussione in merito alla decisione della soglia del price cap sul petrolio si è conclusa “senza decisioni serie“. Sono queste le dichiarazioni del leader dell’Ucraina in occasione del suo solito comizio notturno su Telegram rivolto ai cittadini. Il leader di Kiev è stato successivamente citato da Ukrainska pravda.
Durante il suo comizio notturno Zelensky prosegue asserendo: “La Russia ha già causato danni colossali a tutti i Paesi del mondo destabilizzando deliberatamente il mercato dell’energia”, per poi aggiungere che si tratta di “una posizione debole ed è solo una questione di tempo prima che si debbano comunque applicare strumenti più forti“.
Poi, il capo del governo ucraino ha ricordato che Polonia e paesi baltici avevano intenzione di fissare il tetto sul prezzo del petrolio a 30 dollari. Ha inoltre amaramente denotato come, il denaro ottenuto dalla Russia, verrà impiegato da quest’ultima per finanziare la guerra e sponsorizzare regimi e organizzazioni terroristiche. Ma non è finita qui: servirà inoltre per la destabilizzazione proprio di quei Paesi che ora “stanno cercando di evitare decisioni serie”.
